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Grazie alla lettera di Maria Suppa
Maria, parrucchiera e scrittrice, racconta di aver sposato Faustino pochi giorni prima che lui morisse. Era ammalato terminale di cancro ed entrambi lo sapevano. Pubblico la loro storia perché in tante storie che vivo e che so la guerra contro la malattia passa per l’amore reciproco e, contro ogni logica, anche quando sembra perda è sempre questo genere di amore per l’altro quello che vince e che resta.
“Ero fino al 16 giugno 2016 Maria Suppa, pittrice, scrittrice, parrucchiera, moglie di un uomo superlativo, Faustino Pugliese. Ero una donna cresciuta facendo sacrifici e soffrendo fino a quando nel 2000 nella mia vita apparve lui. Sedici anni stupendi, vissuti in simbiosi, sempre assieme a condividere lo stesso tetto e le stesse passioni. Ho toccato il cielo con un dito. Ora sono una donna di 39 anni che ha perso la voglia di vivere, dipingere e scrivere, di guardare i tramonti, di sorridere e che fatica anche a respirare. Ho perso l’Amore della mia vita per un maledetto melanoma. Tutto ebbe inizio con epistassi e con diversi medici che ordinavano pomate per un problema semplice e risolvibile. Ero comunque in ansia, ma lo ero sempre per Fausto, anche solo per un raffreddore. Il 19 settembre 2015 un camion mi venne addosso mentre parcheggiata in auto rispondevo al suo messaggio: ‘Amore mio sto rientrando a casa’. Grazie a lui non scesi dall’auto e non sganciai la cintura. Il 29 settembre dopo anni di onorato lavoro Fausto ebbe la promozione e alla sera gioivamo per questo. Il giorno dopo la notizia: il cancro”.
“Diventammo attori di una vita che faceva paura. Il suo nemico era uno dei più rari e aggressivi, ma lottavamo, uniti dal nostro grande amore vivevamo la nostra quotidianità proteggendo l’altro. ‘Maria voglio sposarmi’ erano 16 anni che me lo chiedeva, ma gli impegni… e poi convivevamo già. La vigilia di Natale con la chitarra in mano e le fedi nei calzini gli chiesi se volesse ancora sposarmi”.
“Eravamo addolorati ma felici, suona strano ma si può essere così… I preparativi per il matrimonio ci ‘distraevano’ da visite, terapie e corse al pronto soccorso. Intanto la vita ci faceva anche capire su chi contare: davanti al dolore tanti scappano. Ci siamo sposati il 4 giugno. Due giorni prima eravamo al pronto soccorso. Fausto in carrozzina con insufficienza renale. Il suo timore era non farcela per il giorno del matrimonio”.
“Invece con una forza sovrumana quella mattina eravamo entrambi davanti all’altare. Dopo 12 giorni di sofferenze atroci Fausto è andato via sorridendo e facendo ok con la mano. Si preoccupava di tutti. Non voleva che assistessi al suo ultimo momento, si preoccupava per me. Ricevo ancora messaggi da ogni parte del mondo, da chi l’ha conosciuto. La mia vita è cambiata… Tutto è cambiato. Non ho più accanto l’amore della mia vita, la mia ragione di vita”.
“Ho aperto su Facebook una pagina a suo nome. E’ stato un guerriero, infatti. Lo siamo stati entrambi, e così ho voluto anche io contribuire ad aiutare la ricerca e chi combatte contro il cancro. Già ho raccolto e devoluto fondi per la fondazione Cnao di Pavia dove Fausto era in cura. Grazie per aver accolto la sua storia, per avermi ascoltata”.